L’Europa compie un altro passo avanti verso la transizione ecologica e il consumo sostenibile, sancendo il c.d. “diritto alla riparazione” dei beni rotti o difettosi con un nuovo provvedimento recentemente pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il tutto rientra nell’ampio pacchetto di riforme che mirano a raggiungere gli obiettivi ambientali delineati nel Green Deal europeo, l’agenda europea per la crescita sostenibile e per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
In particolare, con la direttiva (UE) 2024/1799 – ufficializzata lo scorso 10 luglio e le cui disposizioni vanno recepite entro il 31 luglio 2026 – sarà più agevole per i consumatori chiedere la riparazione anziché la sostituzione perchè i servizi di riparazione diventeranno più accessibili e trasparenti. L’obiettivo è quello di ridurre i rifiuti, potenziare il settore rendendo la riparazione dei prodotti più facile ed economica e incentivare i fabbricanti a produrre beni che durano più a lungo e che possono essere riparati, riutilizzati e riciclati.
Tra le novità una serie di strumenti e incentivi per rendere la riparazione più allettante, come ad esempio:
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l’obbligo per i fabbricanti di riparare i prodotti tecnicamente riparabili secondo il diritto dell’UE;
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la disponibilità di un modulo di riparazione volontaria con informazioni chiare sul processo di riparazione (tempi, costi, ecc.);
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una piattaforma europea online in cui i consumatori potranno facilmente reperire i servizi di riparazione;
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la proroga della garanzia legale di 12 mesi se i consumatori opteranno per la riparazione anziché la sostituzione.
Tra i prodotti oggetto della disciplina troviamo elettrodomestici come lavatrici e lavasciuga per uso domestico, aspirapolvere, e apparecchi di refrigerazione, oltre a telefoni cellulari, display elettronici e tablet.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.